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Ricordi interrotti

Il fucile automatico è la continuazione delle tue mani
lo stringi disperatamente.

I tuoi occhi chiari hanno perso la luce dei vent’anni
irrigiditi in una ossessiva fissità che non conoscevi
e che chiamano paura.

Da ore infinite ti tortura il rombo del motore
così monotono e diverso dalla voce della tua moto.

Fuori dal microonde cingolato che macina il deserto
solo pietre e sabbia rovente.
Tutto così diverso dal verde dei tuoi prati.

E il tuo amore, i tuoi amici sono lontani decenni
come la giovinezza.
in un mondo alieno senza scoppi e disperazione.

Forse una preghiera può dare coraggio.
e questa pista infinita ti porterà al sicuro.

Dapprima un sibilo penetrante, mai sentito prima
Poi un lampo arancio. Rosso. Accecante e caldissimo.

Affievoliscono tutti i rumori, fino a scomparire.
In una pace assoluta.


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